24 mag 2012

Sant'Agata, presentato libro di Franco Blandi‏

''Appuntamento a La Goulette. Le assenze senza ritorno dei 150.000 emigrati italiani in Tunisia'' questo il titolo del saggio dell'apprezzato autore santagatese, alla sua prima pubblicazione letteraria. Il volume ripercorre un periodo storico che ha visto migliaia di italiani migrare verso le coste della Tunisia nella seconda metà dell'Ottocento.

E' stato presentato in anteprima domenica scorsa, presso la sala conferenze del Castello Gallego di Sant'Agata di Militello, il libro di Franco Blandi intitolato ''Appuntamento a La Goulette. Le assenze senza ritorno dei 150.000 emigrati italiani in Tunisia.'' Il saggio ripercorre un periodo storico risalente alla seconda metà dell'Ottocento, quando migliaia di italiani decisero di partire per la Tunisia in cerca di miglior fortuna. Un viaggio a ritroso nel tempo analizzando un fenomeno migratorio poco conosciuto ed un'accurata testimonianza di pacifica convivenza tra opposte civiltà visti al giorno d'oggi. In un delicato momento in cui si parla di emigrazione in termini di problema ed emergenza, è utile guardarsi indietro per recuperare gli antichi valori di integrazione ed accoglienza: è questo, in sintesi, il messaggio che l'autore intende trasmettere al lettore. Il volume è inoltre arricchito dai preziosi contributi di Antonio Michelin Salomon e di Alessandro Versace, docenti della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Messina. La prefazione del libro è stata curata dal sopracitato prof. Versace, il quale ha aperto l'incontro soffermandosi sui vari aspetti dell'integrazione e della diversità tra popoli e culture. A seguire, l'editore Ottavio Navarra si è intrattenuto con il folto pubblico presente in platea, spiegando nei dettagli come è nato il progetto che ha portato alla definitiva stesura del racconto. Durante la cerimonia di presentazione, è stato proiettato ''Kif kif - siciliani di Tunisia'', trailer del cortometraggio ''Vento'' diretto dal filmaker Enrico Montalbano con la partecipazione della mediatrice culturale ed attivista umanitaria Laura Verduci. A conclusione dell'interessante dibattito, abbiamo raggiunto l'autore Franco Blandi per una breve intervista:

Come nasce l'idea del libro?
'' L'idea del libro nasce da un lungo studio condotto in questi anni, traendo spunto da una realtà semi - sconosciuta. Grazie ad un certosino lavoro di ricerca ho scoperto che moltissimi italiani, per la maggior parte siciliani, hanno deciso verso fine '800 di emigrare in Tunisia nell'estremo tentativo di sbarcare il lunario. Questa storia mi ha incuriosito molto, e così ho pensato di portarla a teatro con l'ausilio di un caro amico tunisino, l'attore e regista Haykel Rahali, e di Nunzia Spiccia, altra mia fidata collaboratrice. In seguito ho approfondito le mie ricerche collaborando assiduamente con l'Università di Messina, ed ho avuto modo di riscontrare come l'emigrazione di massa verso i Paesi del Nord Africa fosse un fenomeno non più marginale come era scontato ritenere, bensì sostanziale, in quanto ''anomalo'' e di vaste proporzioni..''

Quale è la parte del racconto alla quale sei più legato?
'' La parte del racconto alla quale sono più affezionato è la storia di questo quartiere di Tunisi, ribattezzato ''Petite Sicile'': è qui che tantissimi siciliani di estrazione sociale molto bassa hanno vissuto a stretto contatto con la popolazione indigena, maturando un graduale processo di integrazione negli usi e nei costumi divenuto poi realtà dopo anni di disagi e diffidenze..''

Quale pensi sia il lettore ideale del tuo saggio? 
'' A mio avviso, non esiste un identikit specifico di lettore ideale. Ritengo che questa storia possa suscitare l'interesse di tutti, siciliani e non, perchè il fenomeno dell'emigrazione in generale ha riguardato l'Italia intera, e non soltanto una singola regione come la nostra. Aggiungo che il mio non è un lavoro destinato ad esperti del settore, ma, al contrario, un testo di un certo rigore scientifico che può tranquillamente rivolgersi a tutti per via della sua esposizione chiara e comprensibile..''
(Gino Pappalardo)    

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